Testament - Brotherhood Of The Snake

Band: Testament
Album: Brotherhood Of The Snake
Genere: Thrash Metal
Etichetta: Nuclear Blast
Anno: 2016
Paese: USA
Consigliate: Seven Seals, Stonghold, Burn in A Rut
Sentenza: il miglior album dei Testament


Non ricordo a memoria un album thrash all killer no filler dai tempi di The Blackening (me ne vorranno i fan dei Vektor ma i loro cd non sono pieni di singoli anche se stupendi...). Questo Brotherhood Of The Snake inanella in modo inaspettato 10 canzoni, ognuna un inno, con un riff od un ritornello memorabile, tutto entra in testa al primo ascolto e si fossilizza con quelli successivi per marchiare indelebilmente la memoria di tutti i suoi ascoltatori. Un cd che fa da via di mezzo tra Dark Roots Of Earth e The Formation, prende quel pizzico di old school, prende le ballad, i mid tempo rocciosi ed unisce a questi il thrash funambolico dello strepitoso cd di comeback del gruppo americano.
Indicare una traccia mi pare del tutto superfluo ma è opportuno secondo me concentrarsi sul lavoro dei singoli membri.
Chuck Billy è immortale, non è una figura umana, come faccia a mantenere un tono sporco, ruvido ma quando serve melodico, così, alla sua età, è fottuta follia. La soluzione però ce l'ho e vale per la salute della band in generale, il fatto di fare un album ogni 4 anni e relativamente pochi tour ti porta ad avere una forma smagliante nei momenti caldi del lavoro e questo inoltre permette di conservarsi per un tempo più lungo. I Testament non campano di musica, od almeno gente come Skonick e Hoglan, non solo con loro. La band quando si presenta alla prova del nove è sempre in uno stato di forma smagliante, ricca di pezzi eccellenti collezionati in 4 anni di songwriting. Inutile o forse maggiormente doveroso sottolineare come Gene Hoglan sia un RE MEDAL (o Re Mida) e qualunque cosa tocchi diventi oro. Molto del lavoro nel groove e nella dinamica dei pezzi va dato allo storico batterista di Strapping Young Lad e Dark Angel che riesce come ai tempi di Mechanize dei Fear Factory a capire perfettamente i tempi ed il senso del groove di ogni pezzo mettendo quel pizzico di blast esattamente quando serve. Il lavoro tecnico delle due asce, infine, raggiunge secondo me l'apice della loro carriera. Tra riff intricatissimi e assoli funambolici la band si destreggia in tracce più classiche ed Heavy Metal come Seven Seals e Born In a Rut, due brani diversi ma colmi di un gusto per la melodia quasi magico. E' veramente assurdo riuscire a capire come possano essere arrivati a fare delle canzoni così belle e come Chuck Billy riesca a trovare metriche così efficaci. Il GUSTO per la bellezza e l'estetica, per la costruzione della tracklist, per i testi complottari ma rimati e ritmati in modo sublime, un artwork di grande impatto ed una delle migliori produzioni della storia dell'heavy metal ad opera di Andy Sneap (come al solito). Questo cd sparato su un impianto decente riesce a far emergere la botta di ogni strumento, la pulizia, la nitidezza  ed allo stesso tempo la potenza, la bellezza del suono in se. Attualmente va nella top 3 del 2016.


Riff-a-Mania: 93%
Personalità: 70%
Produzione: 97%
Totale: 8.7/10




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